JAIME HALES
Poeta, narrador y ensayista, en sus textos explora temas de variada gama: el amor, historia, holística, política, derecho, humanismo. Hoy nos invita a vivir la experiencia de un maravilloso encuentro de almas y pureza.
EL PREMIO
El Escritor hacía su paseo habitual. Cada día, desde que cumplió los 60 años, salía a leer caminando por algún lugar de la ciudad. Parques, plazas, avenidas anchas, callejuelas de barrios antiguos, los barrios tradicionales Providencia y Ñuñoa, todos eran espacios adecuados para destinar un tiempo a compartir entre la tarea de mantener el estado físico y darse el placer de leer.
Muchas veces estas caminatas terminaban en un café – en algunos barrios había muchos y en otros ninguno – donde descansaba, ingería su bebida favorita (café cargado, con un poquito de leche fría por favor) y escribía algunas notas en un pequeño cuaderno, libreta dirían otros, para sus cuentos, poemas, artículos de revistas.
Durante casi 20 años, ha repetido la aventura de las calles.
Cuando nos cuenta todo esto, el Escritor dice que su único problema ha sido que en muchos de estos cafés no entienden lo que es “leche fría” o se esfuerzan por ponerle nombre al pedido:
- Entonces, señor, ¿Usted quiere un late? ¿Un ristretto? ¿Un macchiato? ¿Un…?
- Póngale el nombre que quiera: un café cargado y me trae aparte un poquito de leche fría.
Ése es otro concepto difícil: “poquito”-
- Se lo tendremos que cobrar.
- Cobre no más.
Si caminaba cerca de la Plaza Ñuñoa terminaba en Las Lanzas o en el Espacio Literario. Por el sector de Plaza Las Lilas elegía uno de los muchos cafés de la zona.
Siendo ya mayor le descubrieron una diabetes tipo 2. Sin insulina, pero cuidándose, disfrutaba el paseo buscando esos lugares en los que vendían dulces sin azúcar para acompañar su café.
Había sitios en los que ya lo conocían y la pregunta era más sencilla.
- ¿Lo de siempre?
- Lo de siempre, gracias.
En otros espacios había escritores, periodistas y en algunas ocasiones se acercaban personas a saludar o a preguntar algo.
Con los años caminaba cada vez más cerca de su casa. Fue así que estando en un pequeño café lo abordó una señora de unos 70 años. Lo reconoció porque era vecino. Empezaron las preguntas. Lo primero que ella quería saber era cuántos libros había publicado. El Escritor trató de recordar. Muchos: poemarios, ensayos, temas políticos, novelas, cuentos y relatos.
- Pueden ser setenta. O más.
- ¿Y lo han premiado mucho?
- Normalmente no mando mis textos a concursos. Sólo una que otra vez.
- Pero, con tantos libros, tal vez podría recibir el Premio Nacional.
El Escritor nunca ha postulado.
Y, en ese instante, recuerda una escena hermosa.
Había sucedido 10 o 15 años antes, mientras caminaba por el Parque José Domingo Gómez Rojas, cerca de la Escuela de Derecho de la Universidad de Chile. Se desplazaba lentamente, leyendo un libro sobre personajes de la historia de Bolivia, cuando le llamó la atención un sonido de pasos que corrían aproximándose.
Sorprendido se detuvo, giró la cabeza y vio una muchacha que corría hacia él. No tendría más de 19 o 20 años, de un rostro sencillo, de facciones simpáticas.
- Señor, ¿me permite que lo interrumpa?
Ella sonreía, agitada aún por el trote sin estar preparada para ello.
- Le permito.
- Lo he visto varias veces caminando en este parque. Soy estudiante de la Escuela de Derecho.
- Yo también estudié allí.
Él había retomado su caminata y ella caminó a su lado.
- ¿Usted es Escritor?
- Si.
- ¿Poeta?
- También poeta, además de otras cosas.
- ¿Es usted el autor de este libro de poemas?
Y sacó de su cartera un libro escrito por él cuando tenía alrededor de 35 años o menos. Un poemario de amor.
- Si, es mío.
- Quiero que me lo dedique. Hace unos años lo vi en mi casa y desde ese día no me separo de él. Lo leo todos los días. Lo llevo conmigo, lo dejo en mi velador en las noches. Uno o dos poemas. Es el libro que más me gusta de todo lo que he leído. Es como si hubiese sido escrito para mí.
Tenía casi 80 años. Miró a la mujer que le preguntaba, su vecina y le dijo:
- He recibido un premio mejor que ése que usted sugiere. Mejor que cualquiera. Alguien muy distinto a mí, de otra generación, valoró mi obra reconociendo su valor universal, trascendente. Tal vez no necesite más en esta vida.
El Escritor, se sabía premiado.
Y sonrió.
Jaime Hales
Escritor
BREVE RECENSIONE DI JAIME HALES
Poeta, narratore e saggista, nei suoi testi esplora temi di varia portata: amore, storia, olistica, politica, diritto, umanesimo. Nei suoi libri raccoglie l’intera gamma dei personaggi, sempre reali, sempre fittizi, armonizzando una dimensione letteraria tutta sua. Avvocato per i diritti umani, leader di scrittori e avvocati, consulente educativo.
IL PREMIO
Lo Scrittore stava facendo la sua abituale passeggiata. Ogni giorno, da quando ha compiuto 60 anni, usciva a leggere passeggiando da qualche parte in città. Parchi, piazze, ampi viali, vicoli di vecchi quartieri, i quartieri tradizionali di Providencia e Ñuñoa, erano tutti spazi adatti per trascorrere del tempo condividendo tra il compito di mantenere la condizione fisica e concedersi il piacere della lettura.
Molte volte queste passeggiate finiva in un bar – in alcuni quartieri ce n’erano molti e in altri nessuno – dove riposava, beveva la sua bebita preferita (caffè forte, con un po’ di latte freddo per favore) e scriveva qualche appunto su un piccolo quaderno, libretto direbbero altri, per i suoi racconti, poesie, articoli di riviste.
Per quasi 20 anni ha ripetuto l’avventura delle strade.
Quando ci racconta tutto questo lo Scrittore dice, che il suo unico problema è stato che in molti di questi caffè non si capisce cosa sia il «latte freddo» o si sforzano di nominare l’ordine:
- – Allora, signore, vuole un latte? Un ristretto? Un macchiato? Uno…?
- – Dategli il nome che volete: un caffè forte e portatemi anche un po’ di latte freddo.
Questo è un altro concetto difficile: «piccolo».
- – ma dobbiamo incassare.
- – Faccia quello che si ha di fare.
Se camminava vicino a Piazza Ñuñoa, finivo in «Las Lanzas» o nello «Spazio Letterario». Nel settore di Piazza Las Lilas, sceglieva uno dei tanti Bar della zona.
Già in età avanzata, gli è stato diagnosticato il diabete di tipo 2. Senza insulina, ma prendendosi cura di sé, si è goduta la passeggiata alla ricerca di quei posti dove vendevano dolci senza zucchero per accompagnare il suo caffè.
C’erano posti in cui lo conoscevano già e la domanda era più semplice.
- -Il solito?
- – Il solito, grazie.
In altri spazi c’erano scrittori, giornalisti e a volte ci avvicinavano delle persone che venivano a salutarlo o farli qualsiasi domanda.
Nel corso degli anni la sua passeggiata erano sempre più vicino alla casa sua. Fu così che mentre si trovava in un piccolo Bar fu avvicinato da una signora di circa 70 anni. Lo ha riconosciutto perché era un vicino di casa. Cominciaron le domande. La prima cosa che voleva sapere era quanti libri aveva pubblicato. Lo scrittore cercò di ricordare. Molte: raccolte di poesie, saggi, temi politici, romanzi, racconti e racconti.
- – Possono essere settanta. O più.
- – E lo hanno premiato molto?
- – normalmente non mando i miei testi a concorsi. Solo qualunche volta ogni tanto.
- – Ma, con così tanti libri, forse potrebbe ricevere il Premio Nazionale.
Lo Scrittore non ha mai postulato.
E, in quel momento, ricorda una scena bellissima.
Era successo 10 o 15 anni prima, mentre passeggiava nel Parco José Domingo Gómez Rojas, vicino alla Facoltà di Giurisprudenza dell’Università del Cile. Si muoveva lentamente, leggendo un libro sui personaggi della storia della Bolivia, quando fu colpito dal rumore di passi che correvano e si avvicinavano.
Sorpreso si fermò, girò la testa e vide una ragazza che correva verso di lui. Non aveva più di 19 o 20 anni, aveva un viso semplice, dai lineamenti simpatici.
- – Signore, mi permetta di interromperlo?
Sorrideva, ancora agitata dal trotto senza essere preparata.
- – Si lo permetto
- – L’ho visto diverse volte passeggiare in questo parco. Sono uno studente della facoltà di giuriprudenza – Anche io ho studiato lì.
Lui aveva ripreso la sua camminata e lei camminava al suo fianco.
- – Sei uno scrittore?
- – Sì.
- – Poeta?
- – Anche un poeta, tra le altre cose.
- – Lei è l’autore di questo libro di poemi?
E prende dalla sua cartella un libro che aveva scritto quando aveva circa 35 anni o meno. Una raccolta di poesie d’amore.
- – Sì, è mio.
- – Voglio che me lo dedichi. Qualche anno fa l’ho visto in casa mia e da quel giorno non mi sono più separata da lui. Lo leggo tutti i giorni. Lo porto con me, lo lascio sul comodino di notte. Una o due poesie. È il libro che mi piace di più di tutto quello che ho letto. È come se fosse stato scritto per me.
Aveva quasi 80 anni. Guardò alla donna chiedeva a lui, la sua vicina, e disse:
- – Ho ricevuto un premio migliore di quello che suggerisci. Meglio di chiunque altro. Qualcuno molto diverso da me, di un’altra generazione, ha valorizzato il mio lavoro riconoscendo il valore universale e trascendente. Forse non ho bisogno di altro in questa vita.
Lo scrittore sapeva di essere stato premiato.
E sorride.
Jaime Hales
Scrittore

1Fotografia, Autore Cuentista Jaime Hales
Portada, Archivo Letras 25